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Di Umberto Balzamo

Tennis, sport. Sono ormai 2 anni che pratico tennis nella categoria junior U14/15, circolo La Quercia di Putignano. L’effetto “Sinner” si fa sentire anche dalle nostre parti, infatti il numero degli iscritti è aumentato in modo sorprendente.

Jannik Sinner è indubbiamente il tennista italiano più forte di tutti i tempi, la sua storia mi ha tanto incuriosito che sono andato a cercare maggiori informazioni sulla sua vita. Così ho scoperto che è nato a Sesto Pusteria, un paesino dell’ Alto Adige, dall’altro lato dell’Italia rispetto a dove abito io, Castellana Grotte.

 Dovete sapere che non ha iniziato subito a giocare a tennis ma all’età di 3 anni si è appassionato allo sci, disciplina in cui anni dopo è riuscito a laurearsi campione italiano nella sua categoria. Tuttavia, all’età di 13 anni e mezzo, alla mia età, decide di abbandonare definitivamente lo sci per dedicarsi al tennis. Inizia a giocare nel circolo di un paese vicino, San Candido. Seguendo l’improvvisa passione per questa disciplina in pochi anni vince finali di tornei nella categoria junior.

Anch’io ho vinto qualche torneo, è ovvio che chi gioca ama il tennis ma il solo amore non basta per diventare campione. Serve sicuramente talento, ma anche dedizione, costanza, passione. Insomma, occorre metterci del proprio.  Anch’io ho un sogno: vorrei diventare un professionista proprio come Sinner, magari anche più bravo!!!

Ma la domanda vera è una, sono disposto anche io ad allenarmi per 20 ore alla settimana, proprio come Sinne? Forse sì. Sento che se ci credo veramente potrò riuscire. Sinner ha iniziato il suo percorso da professionista, agli Open di Croazia, a soli 14 anni, un circuito della categoria challenger ma senza successo. Nonostante ciò, non si è mai arreso. La sua prima vittoria  la raggiunge un anno dopo nello stesso circuito. E’ solo l’inizio di una lunga serie di successi: esordisce nei tornei della categoria Challenger e ITF in doppio e in singolare. Nel gennaio 2018 ottiene i primi punti nel ranking della classifica ATP concludendo l’anno in top 600 da numero 551.

Nel febbraio del 2019 riesce a vincere il challenger di categoria 80 a Bergamo, proseguendo una striscia positiva di 16 vittorie, ma questa striscia viene interrotta quando per la prima volta incrocia nel suo percorso il suo “rivale” Carlos Alcaraz. In dodici anni, contando anche l’ultimo scontro al Roland Garros (8/06/2025), i due campioni si sono sfidati all’ultima pallina. Alcaraz, campione spagnolo, ha messo a segno 8 vittorie nel testa a testa.

 Ha 18 anni quando esordisce per la prima volta in un torneo ATP, poco dopo scala le classifiche dei tornei più importanti come Monte Carlo e Slam, Main Draw agli US open. E’ solo l’inizio, anni dopo vince le Finals next gen e nel giro di 8 anni diventa il tennista che tutti noi oggi conosciamo.

Al di là della sua preparazione tecnica, ho scoperto guardando le sue partite e le sue interviste, la capacità di Sinner, all’ apparenza introverso, di tenere a bada le proprie emozioni. Sicuramente ha una testa da vero campione, questo è uno dei tanti motivi per cui è il mio preferito.

Come sanno tutti Sinner oggi è il tennista italiano più forte nella storia del tennis, ma non possiamo dimenticarci di chi l’ha preceduto, mi riferisco ad Adriano Panatta classe 1950.  Oggi lo seguo in TV, fa il commentatore sportivo, sono passati anni da quando muoveva i primi passi sui campi da tennis. Ha vissuto nel quartiere Trionfale di Roma. Anche lui come Sinner ha  praticato un altro sport. Fondamentale anche qui il ruolo della famiglia, suo padre Ascenzio, che era a capo di un importante circolo della zona, lo converte al tennis.

Si fa strada nei campionati italiani assoluti ma a farlo esplodere sarà proprio la finale nel circuito di Wimbledon juniores, siamo negli anni ‘60.  Nel 1969, continua ad ottenere ottimi risultati in circuiti importanti come: Roland Garros, Slam, circuito maggiore di Wimbledon. Lo possiamo ricordare per premi importanti come la vittoria della coppa Davis (1976, Santiago del Cile) sul campo e altri riconoscimenti fuori dal campo come il nastro d’argento al valore di Cameo dell’anno. Curiosa anche la sua vita privata . All’inizio degli anni 70’ ha avuto una relazione con la cantante Loredana Bertè (che doveva essere affascinata dai tennisti, visto che si è sposata e poi ha divorziato dal tennista Roberto Berger ndr.), più tardi ha sposato Rosaria Luconi dalla quale ha avuto3 figli, nessuno ha raccolto la sua eredittà sportiva. Divorzia dalla Luconi per intraprendere una nuova relazione con  Anna Bonamigo.

Ciascuno campione mi ha affascinato per la propria storia personale, due uomini provenienti da un contesto sociale diverso che sono riusciti a realizzare il proprio sogno grazie a qualcuno che ha creduto in loro. La famiglia prima di tutto.