Milano. «In questo disco c’è il suono della strada, qualcosa di pop, tanto groove, tanto afro: questo è il mood dell’album e volevo far arrivare a tutti questo concetto dal titolo di ogni brano».

È la riflessione di Ty1, all’anagrafe Gianluca Cranco, parlando del suo nuovo album “Djungle” in uscita venerdì 7 maggio nei formati fisici cd Standard, cd deluxe/collector’s edition & doppio vinile autografato.

«Avevo pensato il titolo dell’album già prima di realizzare il disco – ha rivelato – Un po’ come sono io, quando ero un deejay nella giunga; ho coinvolto un po’ di artisti, non solo rap: con tanti ci siamo conosciuti su Instagram e ognuno ha dato il massimo e sono stati tutti super. Il disco l’ho realizzato mettendomi in contatto con tutti attraverso i social e sono il direttore artistico di questo mio album».

Ty1 torna sulla scena musicale italiana da protagonista, mostrandosi in tutte le sue mille anime e sfaccettature musicali, senza mai dimenticare le sue radici.

«È un disco hip-hop di black music e di canzoni che mi hanno influenzato quando ero giovanissimo – ha confidato – Le canzoni sono venute di getto, dapprima solo strumentali e poi ho dato un vestito ad ognuna di loro: raccontano il percorso di un deejay e produttore che parte da un piccolo quartiere di Salerno con in tasca solo la voglia di fare musica e di riuscire a portarla a tutti. Ho realizzato questo album in due anni e sono legato a tutte le tracce».

“Djungle” è un album a misura d’uomo.

«È la mia storia, come quella di molti che hanno fatto della propria passione un mezzo per riuscire ad elevarsi – ha confessato – Arrivando da un contesto semplice in cui mancavano spesso i mezzi per fare qualunque cosa e dove perdersi in situazioni “spiacevoli” era facile, il richiamo della musica mi ha sempre dato la forza per andare avanti, ciò che volevo più di tutto era spaccare, emergere grazie alle mie abilità di dj, gareggiando e misurandomi coi più grandi».

I gusti di Gianluca sono abbastanza eterogenei.

«Ascolto e mi nutro di ogni genere, dalla black music all’elettronica, e in questo disco c’è tutto il mio sound, tutto me stesso – ha osservato – Mi ritengo fortunato per aver messo insieme 24 artisti creando veri e propri legami e connessioni tra di loro su ciascun brano. Il progetto che ne è scaturito rappresenta il mio personale tributo alla musica, grazie alla quale sono potuto uscire dalla “giungla” in cui sono nato, con la speranza che ognuno possa mettere a fuoco il sogno che gli permetta di uscire dalla propria. “Djungle” è un omaggio alla musica in tutte le sue forme, a cui devo tutto, senza musica non sarei la persona che sono oggi».

L’album è stato anticipato dal brano “Fantasmi” in featuring con Marracash & Geolier.

«Lavorare con Marracash e con Geolier a questo brano è stato per me motivo di grande soddisfazione – ha ricordato Ty1 – Marra è un mostro sacro del rap italiano che non ha bisogno di presentazioni, mentre Geolier è una delle voci più rappresentative della nuova scuola. La forza di “Fantasmi” è da ricercare nella sua spontaneità e l’idea per il beat è nata riascoltando “Free” degli Ultranate: il suono che ne è scaturito ha ispirato Marracash e Geolier a scrivere una vera e propria poesia».

In “Hit or M¥ss” il featuring è con M¥ss Keta.

«È una grande – ha fatto notare Ty1 – Ha voluto che facessi un pezzo alla mia maniera perché conosce benissimo lo scratch: con lei volevo produrre e suonare la mia roba e faremo una challenger per coinvolgere le ragazze a cantare».

Particolare la foto di copertina del disco curata dall’artista Gianfranco Villegas e scattata da Francesco Bonasia.

«C’è un bambino con una maglietta di calcio, come ho già fatto anch’io a quell’età – ha precisato –

Il bambino ha il mio logo nei capelli rasato sulla nuca, immerso in quella che appare come la perfetta raffigurazione di una giungla urbana, su cui si stagliano cemento e palazzoni, ma anche un immaginario colorato dalla fantasia, e presumibilmente dal talento, del giovane».

Gianluca Cranco non era convinto del suo nome e cognome ed ha scelto lo pseudonimo Ty1.

«Questo pseudonimo nasce dalla passione per l’Oriente – ha ammesso – Da ragazzino leggevo un sacco di fumetti manga, adesso mi piace molto la cucina orientale e sono rimasto sempre molto affascinato dalla cultura giapponese, compresi i film. Volevo un nome che avesse un bel suono ma anche delle belle lettere per poterle cambiare proprio come in ‘Taiwan’, l’isola dell’Asia orientale, con l’1 in aggiunta al nome nello ‘school’: è come se fosse un copyright, the one and only, l’unico e solo».

Anche Ty1 è in attesa che riprendano i concerti.

«La musica è stata per me una crescita e non ho mai perso il ‘focus’ di quello che facevo – ha concluso – Durante il lockdown avevo un ritmo di produzione con tanti stimoli ma pensavo alla gente senza lavoro e senza niente: speriamo di tornare presto a fare musica». Oltre a Marracash, Geolier e Myss Keta, Ty1 ha riunito per questo suo lavoro altri 21 artisti, tra nomi ormai consolidati del genere urban e hip-hop (Paky, Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Pretty Solero, Noyz Narcos, VillaBanks, Ernia, Capo Plaza, Jake La Furia, Speranza, Taxi B, Rkomi, Ketama126, Samurai Jay,) incursioni dal mondo pop (Neffa, Tiromancino), nonché dall’estero (Pablo Chill-E. Mc Buzzz, Dosseh) e nuove leve (Touchè, Vettosi).