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Milano. «Difendo la lingua italiana e cerco di capitalizzare le sensazioni forti della vita, leggendo un bel libro, vedendo un film. Il mio rapporto con l’arte è forte e ci sono canzoni che rimandano alla letteratura e alla cinematografia: mi succede spesso e me ne vergogno un po’».

Lo ha ribadito Enrico Ruggeri in occasione della presentazione del suo nuovo album “Alma” in uscita venerdì 15 marzo.

Il titolo “Alma” di questo album è arrivato per caso.

«Una mattina mi sono svegliato e mi è venuta in mente questa parola – ha sostenuto – In spagnolo significa anima, ma è una parola multiuso: l’ho scelta perché non volevo focalizzare l’interesse su una sola canzone in questo album».

Sono undici le canzoni del disco scritte tutte dall’artista e in “Come lacrime nella pioggia” la musica è di suo figlio Pier Enrico, in arte Pico Rama.

«Io ho scritto il testo – ha precisato – Pier Enrico è un vero artista, un po’ pazzerello, lunghi capelli rasta, tatuaggi vari: ha fatto tre album e ora sta lavorando in Sudamerica. Ha fatto tutto da solo e non l’ho mai spinto alla competizione perché i giovani li nevrotizza e ne castra la creatività. Questa canzone è particolare: è nata come canzone dei Decibel».

Il disco si chiude con “Forma 21”.

«Forse è la mia canzone più bella che mi ha più emozionato scrivere e cantare – ha affermato – Avevo nella testa una canzone di Laurie Anderson e descrive il momento della morte, pensandolo in positivo: mi è capitato di assister all’attimo di una persona che muore, con una espressione di stupore che io interpreto così».

È forse un caso che questo disco arriva alla vigilia del derby Milan-Inter di domenica perché contiene il brano “Un pallone” cantata con Ermal Meta.

«Vinca il migliore anche se non è sempre così – ha fatto notare – Da interista dico che il caso Icardi è da risolvere nello spogliatoio che ritengo sacro. I panni sporchi si lavano in casa. Il brano è la storia che mi ha toccato molto di un bambino venduto dal padre per 10 dollari in Pakistan, una storia terribile, va all’ONU e decide di tornare in Pakistan per abbracciare la nonna. Mi piaceva raffrontare i grandi campioni del calcio con i bambini fortuna che giocano a pallone. L’ho voluta cantare con Ermal che ha vissuto questo tipo di situazioni».

Dopo la parentesi con i Decibel, Enrico Ruggeri è ritornato solista.

«Comunque ci sono dei pezzi che riportano a loro e a quel periodo – ha ammesso – É una delle mie punizioni di fare dei testi. Fulvio e Silvio li ammiro soprattutto per il coraggio incosciente che hanno, amano la musica, non sanno nulla di quello che accade oggi e non conoscevano l’audiotune: è veramente divertente. Sono entrambi in questo disco».

“Alma” è un album pieno di idee e molto creativo.

«Doveva essere qualcosa di diverso dai 35 album che ho fatto fin’ora, compresi i 4 con i Decibel – ha osservato – Ho la fortuna di avere un mio studio, senza scadenze. È un album fatto pe essere suonato dal vivo».

E dal 4 aprile Enrico Ruggeri andrà in tour con partenza da dal Teatro Mascagni di Chiusi (Siena), data zero, per proseguire il 6 al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), il 9 al Teatro Cristallo di Bolzano, il 13 all’Athena Live Club di Ponte Dell’Olio (piacenza), il 27 al Teatro Sociale di Sondrio, il 4 maggio alle Officine Contelmo di Lecce, l’11 al Fabrique di Milano e il 24 al Teatro Colosseo di Torino.

«Farò due tipi di concerti, uno nei teatri molto scarno chitarra acustica, pianoforte, tromba fisarmonica, tastiere, senza ritmica – ha confidato – I concerti nei club saranno con la band. A caldo mi ritrovo in quella elettrica ma mi dà benessere in una dimensione più pacata. La scaletta sarà sempre diversa, a seconda dell’umore: farò quelle canzoni che hanno avuto una fortuna eccessiva e altre che avrebbero meritato di più».

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