I Carabinieri della Compagnia di Modugno hanno arrestato in flagranza di
reato C.G., 33enne, pregiudicato, sul cui conto emergono gravi indizi di
colpevolezza (accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari
che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio
con la difesa) in ordine ai reati di resistenza a Pubblico Ufficiale,
possesso di apparecchiature atte a impedire comunicazioni e ricettazione.
In particolare, la sera di domenica, i militari della Sezione Radiomobile di
Modugno, durante uno specifico servizio finalizzato al contrasto dei furti
di autovetture, hanno notato una berlina nera, con tre soggetti a bordo,
aggirarsi all’interno del parcheggio di un centro commerciale di Modugno.
Secondo l’impostazione accusatoria, non ottemperando all’alt intimato dai
militari, il conducente della vettura si allontanava dal parcheggio a gran
velocità. Ne scaturiva un inseguimento, durante il quale il conducente
dell’autovettura avrebbe effettuato diverse manovre azzardate per garantirsi
la fuga, che si protraeva per diversi chilometri dal Comune di Modugno fino
a Bitonto, anche dopo la foratura dello pneumatico posteriore a seguito
dell’urto contro un cordolo in cemento delimitatore di corsia. Giunti in una
strada di campagna, i tre avrebbero abbandonato l’auto e si sarebbero dati
alla fuga a piedi per i campi circostanti. Qui, veniva bloccato il 33enne,
il quale avrebbe opposto resistenza ai Carabinieri che lo avevano raggiunto.
Recuperata l’autovettura abbandonata dai complici, i militari hanno
rinvenuto all’interno della stessa diversi attrezzi professionali da lavoro,
tra cui un compressore, dei ganci da traino a molla, un kit d’avviamento per
batteria, nonché due radio ricetrasmittenti e 2 jammer accesi e funzionanti,
la cui finalità è quella di inibire le comunicazioni telematiche. Nella
circostanza veniva accertato altresì che le targhe apposte sul mezzo erano
oggetto di furto.
Il 33enne, dopo la convalida dell’arresto chiesta dalla Procura della
Repubblica e disposta dal GIP del Tribunale di Bari, è stato sottoposto al
regime degli arresti domiciliari. Il procedimento è nella fase delle
indagini preliminari e le responsabilità dell’uomo dovranno essere accertate
nel corso del successivo giudizio, con il confronto con la difesa.


