Conversano (Bari) – Leggere le innumerevoli cartoline che il grande maestro Nino Rota ha scritto nel corso della sua vita e da ogni parte del mondo all’amica di sempre, Prudenzina Giannelli, è come entrare nella sua stanza privata. Il garbo e la delicatezza lo hanno sempre accompagnato, non aspettatevi lettere d’amore o di trasporto passionale ma un dialogo semplice e sincero tra due adulti che riescono ad accompagnarsi nel corso della propria vita professionale senza mai sbavare. Certo non conosciamo le risposte di Prudenzina, chissà dove sono finite! Dalla famiglia Rota nulla è dato sapere. Nessuno di loro, andiamo a memoria d’uomo, si è mai interessato nel dare continuità alla storia musicale del maestro, nato a Milano ma con il cuore in Puglia.
La sua storia, in fondo, ci appartiene. Ha girato il mondo ma è a Torre a Mare che tornava a contemplare il mare, sua fonte d’ispirazione. Basta addentrarsi nel saggio di Tino Sorino “Nell’Intimità di Nino Rota” (NeP edizioni), per rendersene conto. Una ricerca minuziosa e appassionata che l’autore ha compiuto con amorevole cura. Il volume è stato presentato nell’ambito di Conversano in Rassegna – Boccioli di Parole, contenitore culturale pensato, ideato e organizzato da Silvia Serena Perrone della Libreria Emmaus in collaborazione con Ninnì Galasso presidente della Pro Loco, Francesco Rizzo di Scaffaleweb, Tony Vinci di Librinstreaming e la giornalista Maria Sportelli di #puglianterviste.
Patrocinato dal Comune di Conversano nell’ambito del progetto Città Che Legge, è stato inserito nel programma della Festa Patronale della Maria Santissima della Fonte. Durante la serata, moderata da Cinzia Lagioia, sono intervenuti Franco Firulli, presidente del Comitato Festa e Don Felice Dipalma.
Pagina dopo pagina si coglie l’animo di un uomo oltre il suo genio creativo che, puntualmente, si relaziona per ogni cosa con la sua amica Prudenzina, anche e soprattutto per ricevere la sua approvazione, tanto da diventare il suo orecchio musicale. E’ qualcosa di straordinario il percorso compiuto dal Maestro, come straordinaria è la vita di Prudenzina. Nei primi anni del ‘900 è un esempio di donna ante litteram. Anticlericale, moderna e contemporanea, una donna libera e determinata che si laurea in Farmacia e dopo aver vinto un concorso diventa direttrice della farmacia comunale di Bari. Attività che svolge per 40 anni, non facendosi mancare nulla, ha viaggiato ed esplorando il mondo.
Con queste storie che si incrociano tra il Nord e il Sud del mondo, si riesce a fare un passo indietro nel tempo e a percepire uno spaccato sociale della Bari dell’epoca. Tino Sorino, sollecitato da Cinzia Lagioia, ne ha tracciato un profilo nuovo e inedito. Rileggendo gli scritti originali, con l’emozione e la meraviglia di un bambino ha fatto sognare i presenti. C’è tanta passione personale per il compositore delle colonne sonore di Fellini e non solo. Ricordiamo che con quella de il Padrino Parte seconda ha vinto l’Oscar. Il Maestro non è andato a ritirarlo personalmente, ha mandato in America il suo amico tenore nojano, Franco Di Pierro. Così ha raccontato la professoressa Immacolata Di Pierro, sua figlia.
Presente in sala ha ricordato alcuni aneddoti, da segnalare l’attenzione che Rota aveva per i talenti musicali. L’apertura del conservatorio di Monopoli si muoveva in questa direzione. “Mi piace mettere in risalto l’etica del M° e soprattutto della sua generosità. Quando era direttore del Conservatorio di Bari – non tutti lo sanno – si faceva carico dei ragazzi che non avevano possibilità economiche, forniva loro strumenti e altro. Questo lo faceva senza far sapere nulla, in modo che gli studenti non si sentissero umiliati. Tra le altre cose c’era la volontà da parte sua di creare una fondazione per sostenere i giovani che avevano grande voglia di dedicarsi alla musica, poi però la sua morte improvvisa ha cancellato ogni progetto. Gli eredi musicali e i parenti non si sono preoccupati di dare seguito alle sue volontà”.
Alle parole dei relatori hanno fatto seguito immagini e video a cura di Mimmo Donghia, importante il saluto dello sceneggiatore di Fellini Gianfranco Angelucci e le musiche dal vivo che hanno accompagnato la serata grazie agli interventi di Giuseppe Cicchelli (clarinettista) e Giuseppe Loluzzo (oboista) elementi delle due bande cittadine Piantoni e Ligonzo.
Tino Sorino. Giornalista pubblicista, collaboratore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” ha all’attivo diverse pubblicazioni di storia locale e il volume “In Seicento o a spasso con Nino Rota. Ricordi e documenti dagli archivi dei suoi amici” (Nep edizioni S.r.l.s., dicembre 2020).
Le foto della serata in pagina sono di Mimmo Donghia
Le riprese sono a cura di Francesco Rizzo @scaffaleweb