Conversano. Mercoledì scorso l’assessore all’Urbanistica, Vito Cerri, si é dimesso dall’incarico. È stato come un fulmine a ciel sereno poiché in Comune nessuno ne era informato, nemmeno i consiglieri del suo gruppo politico, Popolari con Lovascio, gli avvocati Roberto Berardi e Catiana Sportelli. Lo stesso Sindaco, Giuseppe Lovascio, ha appreso la notizia mercoledì mattina. “Effettivamente ha colto tutti di sorpresa – ha detto Lovascio – gli ho chiesto anche di ripensarci ma ha delle buone ragioni che non hanno a che fare con la politica. Respingo al mittente i commenti dei detrattori che hanno parlato di conflitti tra di noi”.
A confermarci gli avvenimenti proprio Cerri. L’abbiamo voluto incontrare di persona, perché le sue dimissioni hanno scatenato rumors da stadio sui social media.
– Avvocato cosa é successo, l’aria del Comune é diventata pesante?
– Sia chiaro! Ho rimesso il mandato solo ed esclusivamente per motivi personali. Le cose che si dicono in giro sono falsità e illazioni. Posso dire che non è stata una decisione semplice. Anzi, l’ho dovuta prendere con estremo rammarico dopo aver riflettuto a lungo. Mi sono reso conto, nonostante il bel periodo che ho passato in Comune, che il mio impegno professionale e familiare era diventato inconciliabile con quello politico-amministrativo. Avevo delle deleghe importanti: all’Urbanistica, al Patrimonio, al Contenzioso, Affari Generali… per le quali bisogna assicurare una presenza quotidiana. In quest’anno mi sono impegnato tanto come assessore, ho dato il massimo, perché credo che le cose devono essere fatte bene altrimenti è meglio non farle. Solo che i tempi della politica non sono quelli della famiglia e del lavoro. Non sono un dipendente statale. Così ho iniziato a trascurare lo studio, sovraccaricando di responsabilità i colleghi e la mia famiglia.
– Quando ha accettato l’incarico non ne era consapevole?
– Non voglio sembrare uno sprovveduto ma quando il Sindaco, che ringrazio per la fiducia, mi ha conferito l’incarico ero perfettamente consapevole dell’impegno. Pensavo di farcela a conciliare le cose ma non è stato così. Al di là del tempo sottratto alla famiglia e al lavoro non ho tenuto conto dello stress fisico, considerando i ritmi di lavoro che porto avanti.
– Dunque nulla di politico e anche nulla di giudiziario?
– No no, ma perché si fanno questi collegamenti? Mi hanno chiamato anche esponenti dell’opposizione attualmente in carica per esprimere vicinanza e solidarietà per la decisione assunta. Ho ricevuto tanti messaggi di stima. Ciò mi gratifica molto, perché so che ho fatto bene il mio lavoro. Tutto il resto è frutto di commenti pretestuosi e illazioni.
– Perché non si é confrontato con il suo gruppo?
– Non ho voluto coinvolgere nessuno neanche il mio referente regionale Cassano. Ne ho parlato solo con la mia famiglia perché non volevo subire ingerenze. Per correttezza la mattina delle dimissioni ho voluto incontrare il Sindaco e spiegare le mie ragioni. Approfitto di questa occasione per rinnovare la stima è la fiducia nei confronti del Sindaco e della maggioranza. Devo dire, però, che non lascio del tutto, metto comunque a disposizione dell’Amministrazione la mia esperienza politica, semplicemente non farò quella attiva.
– Solo per il momento?
-In politica mai dire mai. Al momento è questa la mia decisione. Mi piace la politica, la faccio da quando ero praticante nello studio dell’avvocato Giulio Stano. All’epoca era Sindaco di Conversano ed è lui che mi ha inculcato questa passione.
– Considerando questa esperienza, come dice lei molto impegnativa, viene da pensare che non si candiderà a Sindaco in un prossimo futuro?
– Se i presupposti sono questi potrebbe anche non accadere.
– Insomma avvocato mai dire mai. Tornando al suo gruppo, che lei ha costituito insieme a Savio Nebbia e Girolamo Mancini, i consiglieri Berardi e Sportelli adesso andranno a briglie sciolte?
– Non credo. Devo smentire le voci di spaccature all’interno, ci possono essere diversità di venduta ma ciò penso sia normale in qualsiasi settore. Nei prossimi giorni ci incontreremo per programmare il da farsi.
– Quindi il gruppo c’è? – Ad oggi c’è.
Ai sui elettori che dice?
– A chi mi ha chiamato ho chiesto scusa. Hanno compreso le mie ragioni.
– E chi non capisce?
– Cercherò di spiegare loro cosa é accaduto, perché non voglio perdere il mio elettorato ma soprattutto la loro stima e amicizia.
– Adesso si è liberata una poltrona. Farà qualche segnalazione?
– Il gruppo potrebbe darne, spetta sempre al Sindaco la decisone.
– Potrebbe essere uno dei due consiglieri in carica?
– Non lo so, tutto può accadere in politica. Non ci siamo incontrati, per cui non mi permetto di fare osservazioni che potrebbero rivelarsi inesatte.
– Quindi se avesse avuto l’incarico di Presidente del Consiglio tutto questo non sarebbe accaduto?
– Penso di sì, i carichi di lavoro sono diversi. Non l’ho fatto per cui non posso dirle cosa sarebbe accaduto.
– Si dice che ambiva a quel ruolo oggi di Gungolo?
– Ci tenevo, era una mia aspirazione perché non pensavo di fare l’assessore. Dopo tanti anni in Consiglio ritenevo che, in relazione anche al numero di voti presi anche questa volta, la presidenza del Consiglio poteva essere un discorso interessante.