Castellaneta. Un ponte di solidarietà tra Italia e Albania per celebrare l’amicizia e la speranza, un’iniziativa per unire culture, arte e professioni verso un futuro di pace e collaborazione.
Il 29 febbraio febbraio 2024 si tiene presso la sala convegni dell’Istituto “Mauro Perrone” a Castellaneta, con inizio alle ore 10:00, un evento senza precedenti destinato a segnare un momento significativo nella storia delle relazioni tra i due popoli dell’Italia e dell’Albania, organizzato dalla comunità L’Incontro di Castellaneta che, con i suoi 55 anni di impegno e dedizione, di cui 33 al servizio del popolo albanese, celebra un momento di profonda riflessione e di speranza per il futuro.
In questa occasione straordinaria, verrà svelato il busto di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe albanese che ha giocato un ruolo cruciale nella difesa dell’Europa dagli ottomani, nella piazza a lui dedicata. Questo evento va oltre il semplice omaggio storico: è un’opportunità per analizzare il prezioso legame tra le due Nazioni, un legame fatto di solidarietà, speranza e fiducia reciproca.
All’evento partecipano Damiano Ottomanelli (Presidente della Comunità “L’Incontro”), Gianbattista Di Pippa (Sindaco di Castellaneta), Vita Surico (Dirigente scolastico dell’Istituto “Mauro Perrone”) e intervengono Anita Briti (Ambasciatrice albanese a Roma), Lulieta Serbo (Direttrice di Pneumologia Infantile presso l’Università di Tirana), Deshnor Dervishi (già Ambasciatore albanese a Roma e a Tel Aviv), Tritan Shehu (Membro del Parlamento Albanese, già Ministro della salute e degli esteri nel Governo albanese), Paola Dessì (Prefetto di Taranto), Mons. Angelo Massafra (Presidente della Conferenza Episcopale albanese e Arcivescovo di Scutari in Albania), Gabriele Gravina (Presidente Federazione italiana Gioco Calcio), Pietro Maria Fragnelli (Vescovo di Trapani, già vescovo di Castellaneta); moderatore è Giuseppe Romano (Presidente Pro Loco “Domenica Terrusi” di Castellaneta). Le autorità presenti si concentreranno sull’importanza degli aiuti materiali forniti nel corso degli anni, ma soprattutto sull’aiuto immateriale: empatìa e sostegno che hanno alimentato l’autostima e la fiducia nel futuro del popolo albanese. E ora, con la stessa determinazione e passione, si guarda avanti verso una nuova era di collaborazione e solidarietà.
«Se una famiglia di una piccola comunità è riuscita a costruire un legame così forte nella diversità, perché non possiamo estenderlo a due Popoli interi? – ha dichiarato Ottomanelli – Possiamo creare un ponte empatico che unisca Italia e Albania attraverso la cultura, l’arte, le professioni, per costruire un futuro di pace e prosperità; i governi possono cambiare, ma il legame tra i popoli rimane».
Questo evento non è solo un momento di celebrazione, ma anche di riflessione e azione: è un’opportunità per seminare il seme dell’empatia tra i giovani studenti, affinché possano coltivare la cultura della pace e della collaborazione, come ha sottolineato il fondatore: «La guerra non si discute, si costruisce».
Con questo spirito si apre una nuova era di collaborazione tra Italia e Albania: un progetto ambizioso che mira a svilupparsi attraverso una collaborazione permanente, coinvolgendo le comunità, le istituzioni e gli individui di entrambi i Paesi; è un invito a tutti coloro che credono nel potere della solidarietà e della pace a unirsi a questa missione per un futuro migliore. Questo convegno non è solo una celebrazione momentanea, ma il primo passo verso un cammino lungo e significativo: è un invito a tutti a guardare oltre le frontiere e a costruire ponti di solidarietà e speranza, perché insieme si può creare un mondo in cui la pace e la collaborazione sono la norma, non l’eccezione.