Milano. «È il nostro terzo disco: il più difficile per l’attesa di fans e critica. Abbiamo discusso, litigato, e ci siamo uniti ancora di più, trovando quella strada che è la nostra strada».
È la sintesi dei Måneskin fatta alla vigilia della pubblicazione del nuovo album “Rush!”, in uscita venerdì 20 gennaio, disponibile su tutte le piattaforme digitali e nelle differenti versioni fisiche vinile standard, bianco, rosso e picture disc, special box sets, cd e molto altro; è un disco molto personale dal punto di vista autoriale, un viaggio alla scoperta di se stessi, è più evidente la proiezione verso le esperienze interiori. I testi sono il risultato della crescita umana, artistica e musicale della band, di una maturazione che ha portato il coraggio di mostrare il proprio io e la propria storia.
«Abbiamo raggiunto questo nostro primo obiettivo dopo una maturazione dovuta ai concerti tenuti in Italia e all’estero, sperimentando tantissimo, studiando ognuno di noi per proprio conto fino a capire che volevamo ottenere molta crudezza nei suoni – ha sottolineato Victoria De Angelis, bassista della band – Abbiamo fatto brani in italiano e in inglese e siamo soddisfatti, dando una varietà all’interno dell’album e mantenendo un suono scarno e crudo. Siamo una rock-band, ragazzi poco più che ventenni che suonano questo tipo di musica con strumenti analogici, con le nostre influenze di gruppi rock consacrati, ma facendo la nostra musica».
“Rush!” è la sensazione di euforia che si prova vivendo sul filo del rasoio con il timore di precipitare, scegliendo questa vita che comprende tutto, gli aspetti fortemente positivi e le rinunce; uno dei brani è “Supermodel”.
«Lo abbiamo scritto dopo aver trascorso dei mesi bellissimi a Los Angeles – ha accennato Damiano David, front-man e cantante della band – A volte ci ha sorpreso, e allo stesso tempo intrigato, il fatto che la gente si preoccupi così tanto di coltivare il proprio status, di essere una celebrità, e sia totalmente ossessionata dalle apparenze, dalle conoscenze. Abbiamo iniziato a immaginare un enigmatico personaggio, una ragazza fantastica, brillante e molto social, che in realtà è piena di problemi e nasconde tristezza e dipendenza».
“The loneliest” è un altro singolo dei Måneskin: è la nuova canzone più ascoltata al mondo entrata alla posizione 53 nella classifica Top Songs Global di Spotify; il brano è la più alta nuova entrata ed è già presente nelle classifiche di 28 Paesi. Con “The loneliest” i Måneskin sono tornati a comporre una ballad, il genere di alcuni fra i loro più grandi successi; tra liriche struggenti e assoli di chitarra elettrizzanti che si tingono di una delicatezza a tratti elegante, il brano classic rock racconta il lato più vulnerabile della band.
I Måneskin hanno pubblicato venerdì scorso il nuovo singolo “Gossip” con la straordinaria collaborazione del leggendario Tom Morello, chitarrista di Rage Against The Machine, Audioslave, Bruce Springsteen & The E Street Band e altri ancora.
«L’enorme esperienza di Tom Morello ci ha permesso di prendere spunto per lavorare alle tracce senza pensarci troppo: non lo ringrazieremo mai abbastanza – ha ammesso Damiano – È un onore per tutta la band». «Ha portato un po’ di Rage nei Måneskin» – ha aggiunto Ethan Torchio, il batterista. «Tom è uno dei miei più grandi idoli, ascoltandolo ho sempre imparato molto – ha ribadito Thomas Raggi, il chitarrista del gruppo – Suonare con lui è stato un sogno che diventa realtà. È stato un dono enorme e una grande conquista in un anno incredibile». «La canzone nasce da un riff che Thomas ha scritto tempo fa e che abbiamo tenuto nel cassetto, ma su cui abbiamo continuato a lavorare – ha confessato Victoria – Poi il grande Tom Morello si è unito a noi e ha portato quel tocco in più».
Il nuovo album “Rush!” è come immaginare uno spazio con i quattro membri agli angoli opposti, in cui l’album è il punto centrale dove le loro visioni e la loro intesa reciproca si congiungono: arriva mentre la band si sta preparando a riprendere il “Loud Kids Tour”; la tournée mondiale ha terminato la tranche del 2022, che ha toccato Messico, Canada e Nord America e Sud America, con il concerto a Las Vegas del 16 dicembre, e ripartirà il prossimo 23 febbraio da Pesaro (Vitrifrigo Arena), per essere il 25 a Torino (Pala Alpitour), 27 ad Amsterdam (Ziggo Dome), 2 e 3 marzo a Brussels (Forest National), 6 a Berlino (Mercedes Benz Arena), 10 a Cologne (Lanxess Arena), 13 a Parigi (Accor Arena), 16 e 17 a Bologna (Unipol Arena), 20 e 21 a Firenze (Nelson Mandela Forum), 24 e 25 a Roma (Palazzo dello Sport), 28 e 29 a Napoli (Palapartenope), 31 a Bari (Palaflorio), 3, 4 e 6 aprile a Milano (Mediolanum Forum), 11 a Barcelona (Palau Saint Jordi), 26 a Zurigo (Hallenstadion), 28 a Vienna (Wiener Stadthalle), 30 a Esch-Sur-Alzette in Luxembourg (Rockhal), 2 maggio a Copenhagen (The Royal Arena), 5 a Milano (Mediolanum Forum), 8 a Londra (The O2 Arena), 12 a Varsavia (Torwar Hall), 14 a Praga (O2 Arena), 16 a Budapest (Budapest Arena), 18 a Riga di Latvia (Arena Riga), 19 a Tallinn in Estonia (Saku Suurhall), 20 e 21 luglio a Roma (Stadio Olimpico), 24 e 25 a Milano (Stadio San Siro). Per questi concerti sono stati già venduti 500.000 biglietti.
«Non vediamo l’ora che iniziano di nuovo i ‘live’ – ha confermato Damiano – I nostri coetanei non sono abituati a questo tipo di musica: sono incuriositi e per loro è una novità da scoprire; stiamo scavalcando gli stereotipi di oggi anche se non facciamo il genere in voga».
«Noi nasciamo ‘live’ e continueremo a vivere e morire ‘live’ – ha precisato Thomas – Il pubblico è stata una scuola per noi fino ad ora e continueremo a fare questa musica cercando di divertirci».
«La sovraesposizione e il lavorare troppo oltre alle proprie possibilità, è quello che ha distrutto le carriere dei migliori artisti delle ultime generazioni – ha fatto notare Damiano – Inizi a soffocare quando non riesci più a viverti la tua vita perché da una parte sei sommerso dalle responsabilità e dall’altra sei divorato dalla paura di sparire: questo noi non lo vogliamo».
«Pensiamo di essere un progetto valido anche per l’estero ed è per questo che scriviamo e cantiamo anche in inglese – ha sostenuto Ethan – Abbiamo riportato il ‘live’ all’interno del disco, collocando questa forza molto potente in un contesto, quello del teatro, che nell’immaginario comune viene percepito come elegante e pacato».
I Måneskin provengono da X Factor.
«Sempre più ragazzi della nostra età sono più informati, si stanno interessando e aprendo a livello comunicativo e pratico – ha osservato Damiano – Per essere la nostra normalità se ne parla bene. Ci piace questa antitesi: un contrasto che vive nel momento in cui il sipario del teatro si apre e, al posto di uno spettacolo o di un balletto, ci si ritrova catapultati in questa esplosione di energia».
«Parliamo sempre in modo concettuale e la rabbia che proviamo per un motivo o un altro, è un sentimento come tanti altri – ha riflettuto Victoria – Alcune cose sono riferite al nostro passato di quando avevamo 15 anni e ci dicevano che non potevamo fare musica».
La discografia dei Måneskin conta attualmente 320 certificazioni a livello mondiale, con 18 dischi di diamante, 253 dischi di platino e 48 dischi d’oro; la band è nominata ai Grammy Awards 2023 nella categoria Best New Artist, dopo aver chiuso uno strepitoso 2022: tra i prestigiosi riconoscimenti ricevuti, ci sono Favorite Rock Song agli American Music Awards con “Beggin’” e Best Alternative Video agli MTV Video Music Awards per il videoclip di “I wanna be your slave” (la prima volta in assoluto per un artista italiano), brano che si è aggiudicato anche il riconoscimento di Top Rock Song ai Billboard Music Awards. I Måneskin sono inoltre stati premiati come Best New Alternative Artist agli iHeart Music Awards, dove per la prossima edizione hanno ricevuto ben due nomination come Best Group Of The Year e Alternative Artist Of The Year.
Prodotto principalmente da Fabrizio Ferraguzzo e Max Martin, il nuovo album “Rush!” è stato registrato a Los Angeles, in Italia e a Tokyo. I Måneskin sono Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Ethan Torchio (batteria, percussioni e drum machine), e Thomas Raggi (chitarre elettrica, acustica e resofonica).