Con l’alto Patrocinio del “Servizio per le Cause dei Santi” dell’Arcidiocesi di Napoli, sabato 25 marzo 2023, alle ore 19:30, nella Parrocchia Maria SS.ma del Carmine di Conversano lo storico Massimo Viglione insieme a Don Luciano Rotolo hanno presentato la figura del Servo di Dio Francesco II di Borbone.

E’ stata l’occasione per conoscere un candidato alla gloria degli altari la cui vita di uomo, di politico e di cristiano conserva una particolare attualità. Francesco II, che nella sua vita era rimasto orfano di madre e che aveva perso la sua unica figlia a pochi mesi di età, è l’uomo che ci insegna a sopportare le sofferenze e le avversità che si abbattono nella vita.

Don Luciano Rotolo e Prof. Massimo Viglione

Francesco II che lasciò tutte le sue ricchezze a Napoli perché “appartenevano al popolo”, preferendo vivere in povertà il suo lungo esilio, è l’esempio di un uomo politico onesto e veramente al servizio delle persone, specialmente le più povere.

Francesco II è l’uomo della pace che lascia Napoli per non esporre la popolazione agli orrori della guerra, che cerca di risolvere il conflitto soprattutto per via diplomatica e che ordina ai suoi soldati di salvare i garibaldini che stanno affogando nel fiume Volturno, è il simbolo del cristiano operatore di pace. E’ stata un’occasione per conoscere questo credente buono e completamente sottomesso ai voleri di Dio.

I tratti biografici di Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie, il suo animo e la sua tempra, oltre a raccontare la sua vicenda storica con la voce e gli occhi dei vinti, descrivono bene i popoli del Sud Italia.

Il 1861 è l’anno in cui nacque la questione meridionale. Il Sud, una terra florida per l’agricoltura e per l’allevamento, dove erano sorte industrie ben consolidate, ora si vedeva privato delle sue risorse. La questione meridionale è trattata come un problema fino ai giorni nostri. Sicché i meridionali, che avevano resistito all’invasione unitaria cercando di difendere la loro terra, vennero etichettati come briganti, perseguitati e trucidati; nacque da quei fatti, come dimostrano gli orribili studi di Lombroso, il mito che i meridionali sono geneticamente delinquenti.

Le industrie borboniche furono chiuse per essere potenziate quelle del nord. I contadini, a cui la promessa della terra non fu mai mantenuta, dovettero emigrare per poter permettere alle loro famiglie di vivere. È storia di oggi quella che vede migliaia di meridionali continuare a partire in cerca di condizioni di vita migliore e dare lustro del loro acume in ogni parte del mondo.

Video intervista e foto di Mimmo Donghia