Il Segretario Generale Uila Puglia, Pietro Buongiorno così commenta la manovra del Governo, focalizzando l’attenzione sulle conseguenze per i lavoratori agricoli.

“*I lavoratori dipendenti pagheranno, ancora una volta, sulla propria pelle quella che viene venduta come una riforma, ma che si dovrebbe chiamare col suo nome: una ingiustizia. Oltre un milione e mezzo di famiglie con i figli a carico con età superiore ai 21 anni perderanno le detrazioni fiscali. Attualmente a queste famiglie vengono distribuiti 1,1 miliardi di euro di detrazioni fiscali, sotto forma di sconto sull’Irpef che, per effetto della riforma, verranno totalmente azzerati. *
*Per il comparto agroalimentare sono a dir poco preoccupanti le conseguenze della nuova riforma relativa all’Assegno Unico universale (AU) prevista dalla legge delega n. 46/2021 che sostituirà, a partire dal 1° gennaio 2022, l’assegno al nucleo familiare (ANF) e tutte le detrazioni fiscali e agevolazioni in essere per i figli a carico. A differenza del regime attualmente in vigore, legato al reddito familiare, l’Assegno Unico sarà calcolato in base all’ISEE. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi Uila Nazionale in molti, troppi casi per operai e impiegati del settore agricolo e alimentare, le retribuzioni nette verranno ridotte fino a 200 euro al mese con conseguente aumento della imposizione fiscale. Risulta evidente dalle simulazioni effettuate che, se la riforma dovesse entrare in vigore senza subire sostanziali modifiche, l’Assegno Unico non riuscirà a compensare la perdita di tutte leagevolazioni attualmente in essere. *
*Come Uila Puglia siamo preoccupati soprattutto per l’approccio verso una riforma che, nelle dichiarazioni veniva rappresentata come una manovra volta a garantire equità sociale, di genere e generazionale. Ma così com’è stato elaborato l’impianto tradisce le promesse e gli impegni assunti. Una legge di stabilità che aumenta la tassazione a carico del lavoro dipendente, che non aiuta i precari e finanche aggrava la loro situazione, che non supporta i giovani disoccupati, le donne con occupazione discontinua o i lavoratori espulsi a tarda età non è qualcosa che si può accettare. La nostra posizione è chiara: questa ingiustizia epocale VA SOLO CANCELLATA!*”